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È il terreno che “misura” la salute del fiume

14.03.2019

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Giorni così, in cui ti spacchi le mani, prima o poi arrivano, sempre.

La corrente è stata intermittente sin dal primo mattino e alla fine è stato un pò come giocare a caccia al tesoro. Per un’ora la corrente favorevole era sul lato destro del fiume, poi all’improvviso succedeva che si formassero delle increspature sulla superficie, come tanti pesci impazziti, e da lì a poco la corrente si faceva opposta alla mia direzione di navigazione e dovevo passare dall’altro lato del fiume. Prima di capire questo giochetto, però ce ne è voluto di tempo…

È stato solo grazie all’intervento di un pescatore che, vedendomi in difficoltà per almeno 30 minuti piantato nello stesso posto, frustrato e dolorante, mi ha fatto capire che la corrente buona era dall’altra parte del fiume. Ed io, con l’unica parola che ho imparato fino ad ora, gli ho risposto TIKE, che vuol dire ok e lui mi ha risposto con un gesto della mano come se mi volesse mandare al diavolo. A partire da quel momento è cominciata una danza, in cui mi muovevo da destra a sinistra sul letto del fiume, conclusasi un’instante prima che venisse buio a circa 28 km dal punto in cui ero partito.

Credo che tanto più mi avvicinerò a Calcutta e al mare, tanto più frequenti e forti saranno questi eventi. È bene che mi prepari, ma sono anche convinto che parte del problema sia causato dal fondale irregolare. Domani capirò meglio.

Oggi sono riuscito a fotografare la prima carcassa di bufalo. Un’esperienza orrenda. Credo sia morto annegato, forse era andato al fiume ad immergersi nell’acqua per difendersi dal caldo e non è più riuscito ad uscirne. Stamattina, stavo raccogliendo un campione di sedimento e ci è mancato poco che succedesse la stessa cosa anche a me. Fortunatamente mi sono salvato aggrappandomi a un remo.

Il fondale è così melmoso che in alcuni momenti sembra ci siano le sabbie mobili. A proposito dei campioni di sedimenti: raccolgo una volta al giorno circa 100 cc di sedimenti che poi verranno analizzati dall’Università di Padova.

È il terreno, non l’acqua, il “termometro” che misura la salute del fiume perchè il terreno assorbe e trattiene più a lungo gli agenti contaminanti e l’oggetto della ricerca è quello di misurare come cambia la concentrazione di materiali inquinanti nelle varie zone del fiume. Non vedo l’ora di conoscere i risultati.

 - 10 Rivers 1 Ocean
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photo credit: Alex Bellini
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