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Mekong

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Il principale fiume dell’Indocina è teatro della corsa all’approvvigionamento di energia elettrica, con le dighe sempre più numerose e centinaia di siti industriali che riversano veleni nelle sue acque. Le 1200 specie di pesci che popolano il Mekong sono a rischio

Un’altra “madre delle acque” che però soffre per crescenti problemi di salute. Il fiume Mekong è il più importante di tutta l’Indocina, uno dei maggiori d’Asia e soprattutto uno dei più contesi.
Oltre 60 milioni di persone traggono infatti sostegno da questo bacino. Il limite sembra però raggiunto dopo la costruzione di una lunga serie di sbarramenti idroelettrici che devono garantire la crescente domanda di elettricità in arrivo specialmente dai paesi economicamente più avanzati come Tailandia, Vietnam e Cina. Quest’ultima, per esempio, ha costruito già sette impianti di grandi dimensioni nell’Alto Mekong e ne ha in programma altri ventuno, con molti abitanti che hanno dovuto abbandonare le aree interessate. Ma non è questo l’unico problema: gli oltre duecento siti industriali presenti nell’area del fiume scaricano sostanze inquinanti. Residui plastici e metalli pesanti come arsenico e mercurio, oltre che pesticidi. E i residui arrivano anche nelle acque di pozzo destinate all’uso potabile. Sono a rischio così le circa 1200 specie di pesci che popolano il Mekong.

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